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2009 25 Mai

Nasce ''Twelve Od'', la barca a vela per diversamente abili

Nasce ''Twelve Od'', la barca a vela per diversamente abili

La vela agonistica per diversamente abili sarà presto una realtà. E’ infatti nato in Friuli un progetto che si chiama Alpe Adria Sailing Tour 2009, si avvarrà di una barca progettata e costruita nella nostra terra, e di uno staff di specialisti altamente qualificato, e sempre locale. L’idea, di sfondo non soltanto agonistico, ma anche sociale, si è sviluppata attorno al progetto velico della Europe Sailing Cup. Che prevede l’utilizzo in un campionato itinerante del Twelve OD, uno scafo ideato dallo studio Lostuzzi di Torviscosa che ricalca, in dimensioni più limitate, gli stili e le proporzioni delle barche monoscafo della Coppa America. Sì, perché la sfida finale dell’Americas’Cup contro Alinghi, stante la battaglia legale vinta dal Challenger, il team americano BMW Oracle, sarà invece effettuata stavolta sui maxi catamarani, cioè su multiscafi. Tornando al Twelve OD, è una barca grintosa, veloce, che è stata già testata in mare, in ogni tipo di condizioni, da skipper del panorama velico mondiale come il triestino Lorenzo Bressani, e i friulani Stefano e Alberto Rizzi. Questo scafo però, per i grandi spazi protetti in coperta, e in particolare in pozzetto, si confà a ospitare a bordo velisti anche non normodotati. Per questo obiettivo occorre però che proprio la coperta dell’imbarcazione sia opportunamente attrezzata con seggiolini speciali. E’ per questo che Thomas Gozdechki, patron della Europe Sailing Corporation, si è riunito con i progettisti dello studio Lostuzzi, con i rappresentati del Centro internazionale di scienze meccaniche dell’Università di Udine e con il presidente del A.S.D.FAI SPORT, Giorgio Zanmarchi, al cantiere MAC s.c.s. Onlus di Premariacco (Udine), per studiare gli accorgimenti e le strutture con le quali attrezzare i Twelve OD da regata per i diversamente abili. Assieme a loro, esperti del mondo della vela e costruttori di attrezzature specialistiche per disabili della OFF-CARR di Padova. L’iniziativa della Europe Sailing Corporation ha suscitato l’interesse delle istituzioni sportive e territoriali. L’Alpe Adria Sailing Tour 2009, nel 2003 un analogo evento fu disputato con successo su barche sempre progettate dallo studio Lostuzzi, cioè i Solaris OD 36 del Cantiere Se.Ri.Gi. di Aquileia (UD), è infatti patrocinata dal CONI e dal Comitato Italiano Paraolimpico, dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dalla Provincia di Udine, dall’Azienda sanitaria n.4 di Udine, dal Comitato Promotore della candidatura olimpica internazionale ‘Senza Confini. Ma l’obiettivo del progetto Alpe Adria Sailing Tour non è fine a se stesso. Infatti, da questa esperienza si vogliono realizzare attrezzature certificate per consentire di partecipare allo sport del mare anche ai non normodotati anche su altre imbarcazioni. Per arrivare a tali risultati si farà tesoro anche di esperienze già consolidate, come per esempio quella di ‘Spirito di Stella’, un catamarano attrezzato dal suo armatore diversamente abile per navigare nei mari di tutto il mondo. Il percorso che sarà seguito dai tecnici, dai progettisti, dal personale sanitario sarà quello di concretizzare le possibilità affinché i non normodotati possano fare anche parte integrante, in tutta sicurezza, di un equipaggio di normodotati. Il Twelve OD è tra le barche candidate al Premio Italia per la vela dell’Accademia navale di Livorno, che sarà assegnato nel mese di maggio. Ma tra le ambizioni del team formato dai costruttori e dalle istituzioni che hanno aderito al progetto dell’Alpe Adria Sailing Tour vi è anche un obiettivo più lontano, ma secondo gli esperti non irraggiungibile: la proposta di partecipazione del Twelve OD alle prossime Olimpiadi di Londra del 2012 come classe olimpica per i diversamente abili. Secondo il presidente dell’A.S.D. FAI SPORT, Zammarchi, visti i risultati ottenuti finora in diverse discipline, con la vittoria anche di medaglie olimpioniche da parte degli atleti non normodotati-“la grande forza d’animo e la motivazione che il gesto sportivo può trasmettere a queste persone inizialmente in difficoltà, può consentire loro di essere protagonisti anche nelle Olimpiadi per i normodotati. E’ sufficiente che, anche grazie ad accorgimenti possibili con le moderne tecnologie, essi siano messi nelle condizioni di poter esprimere al meglio le loro potenzialità”. Ufficio Stampa LOGOS MMV


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