Olin Stephens

OLIN STEPHENS

Nato il 13 aprile del 1908, morto all''età di 100 anni il 14 settembre del 2008 è universalmente considerato il miglior progettista di barche a vela del ventesimo secolo.
Verso la fine degli anni ’20 l’allora quasi ventenne Olin Stephens, che insieme con il fratello Rod aveva veleggiato a lungo nel Long Island Sound, dotato di un istinto intuitivo e geniale per tracciare le linee d’acqua di barche, spedì un suo disegno a una rivista di nautica: Yachting. Il disegno, un day sailer, venne pubblicato, e colpì l’attento ed esperto occhio di quello che era ritenuto il più bravo broker di imbarcazioni da diporto dell’epoca: Drake Sparkman. Questi convocò il giovane Olin, e non solo gli offrì un lavoro, ma addirittura lo associò al proprio studio.
Nacque la Sparkman & Stephens.
Nel frattempo il fratello più giovane, Rod, quello tra i due più dotato per gli sport e attività di genere più pratico, era stato chiamato da Henry Nevins a lavorare presso il suo cantiere navale, il migliore della costa Est ...imparerai molto di più in quanto a tecniche di costruzione navali lavorando per me in due anni, che frequentando cinque anni di università...
In piena depressione, si era nel 1929, il padre dei due ragazzi Stephens commissionò alla Sparkman & Stephens la progettazione di DORADE.

Dal momento del suo varo, questa barca venne definita all’unanimità il primo vero Ocean Racer moderno. Nel frattempo anche Rod era entrato a far parte della Sparkman & Stephens Inc.. Dopo il suo varo, DORADE venne iscritta alla regata transatlantica, con il proposito di raggiungere l’Inghilterra, dove avrebbe partecipato al Fastnet. DORADE si presentò alla linea del traguardo, sotto il faro dell’isola di Scilly, quattro giorni prima che la flotta delle altre barche cominciasse ad arrivare! Dopo la regata del Fastnet, vinta anch’essa, DORADE venne caricata sul ponte di una nave e spedita nuovamente a New York, al suo arrivo, l’intera famiglia Stephens venne accolta con festeggiamenti che mai si erano visti prima per marinai di ritorno da una regata, furono trasportati attraverso le strade di Manhattan come fossero dei re. L’America era entrata nel mondo internazionale dello yachting da diporto con gli onori del vincitore, i fratelli Stephens ne furono gli artefici.
Olin Stephens non era e non è il tipo di uomo che si siede sugli allori, quindi, resosi conto che DORADE, pur plurivittoriosa, aveva l’innato vizio di tendere a rollare parecchio, in particolare con mare formato e nelle andature di poppa, si mise al lavoro sulle sue linee, per risolvere il problema. L’occasione perfetta fu la commissione di STORMY WEATHER, cui Olin diede una forma diversa, soprattutto nelle sezioni sommerse, che vennero leggermente arrotondate rispetto a quelle diritte di DORADE, e aumentando il baglio massimo (il rating di allora penalizzava le barche strette) e accennando a un primo leggero incavo a prua, sotto la linea di galleggiamento. STORMY WEATHER fu probabilmente la barca che conseguì il maggior numero di vittorie della storia dello yachting moderno.
Il successivo disegno di importanza storica di Olin fu quello per il NEW YORK 32, le cui linee sono state tracciate proprio con l’idea di esprimere ancora una volta un concetto evolutivo di STORMY WEATHER. Questa barca fu famosa non solo perché Rod ne possedette una per oltre 25 anni (MUSTANG, ex REVONOC), ma anche perché fu la prima barca in serie pensata e costruita come tale, con tecniche e tecnologie moderne. Insieme con il cantiere Nevins, che ne costruì ben 20 esemplari, i fratelli Stephens studiarono un nuovo sistema per rendere lo scafo delle barche assolutamente l’uno uguale all’altro: il sistema dello stampo. Venne costruito uno scafo maschio, a perdere, sul quale si costruiva lo scafo della barca vera e propria, con fasciame in mogano delle Filippine.

Negli anni a venire l’attività dello studio divenne assai frenetica, Olin dedicava tutto il suo tempo al disegno e all’evoluzione delle carene, tra l’altro la sua collaborazione con Starling Burgess al disegno dell’ultimo dei J-class, RANGER, su commissione di Harold Vanderbilt, vittorioso alla Coppa America del 1938, gli portò un’immensa fama e successo, quindi lavoro, da ogni parte del mondo. Nel frattempo Rod, uno degli uomini di mare tra i più esperti e richiesti degli Stati Uniti, che passava oltre la metà del suo tempo a viaggiare in giro per i cantieri navali, per seguire di persona la costruzione delle barche progettate dal fratello, quando stava a New York, oltre a regatare su barche Sparkman & Stephens, si dedicava all’elaborazione dei piani velici, compito in cui era assolutamente insuperabile.
Quando Carlton Mitchell decise di rivolgersi allo studio S&S per farsi disegnare una barca prevalentemente da crociera, ma senza disdegnare la partecipazione a regate, mai avrebbe pensato che la sua sarebbe divenuta l’ennesima stravolgente creazione di Olin Stephens. Il giorno del suo varo, FINISTERRE fu ritenuta una barca buffa, con quella strana forma piatta e larga, ridicolizzata anche da certuni, che ancora non sapevano che quella era una forma che avrebbe, ancora una volta, stravolto il disegno delle barche da diporto. FINISTERRE vinse la Bermuda Race per tre volte di seguito (record che da allora non fu più ripetuto), e si piazzò al primo o al secondo posto a tutte le regate cui prese parte, anche grazie al grande vantaggio di rating, che come negli anni ’30 premiava le barche che avevano più baglio.
Oltre a progetti di barche "normali", destinate quindi a partecipare a regate, ma anche e soprattutto a fare crociere familiari, perciò con interni confortevoli e lussuosi (quindi pesanti), Olin Stephens ha dedicato molte energie al concepimento di puri racers. La barca che per definizione appartiene a questa categoria è quella che ogni tre anni è destinata a difendere i colori della propria bandiera nella più famosa tra le regate internazionali, la Coppa America.

Olin Stephens ha progettato velieri che per ben otto volte si sono aggiudicati la prestigiosa vittoria, da RANGER, disegnato in collaborazione con Starling Burgess, fino a FREEDOM, del 1980. Un record che sarà difficile ripetere.
Dalla data della sua fondazione a oggi, oltre 2500 sono i disegni firmati dallo studio Sparkman & Stephens, dove, nel corso della sua oltre che cinquantenaria storia, sono stati a fare il loro apprendistato, o a lavorare come disegnatori, le più grandi "matite" moderne.

Matteo Salamon
Sparkman & Stephens Association
Segreteria Nord Italia/Sud Francia


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