Shamrock III
Shamrock III
È trascorso un secolo dal varo di questo yacht rivoluzionario e non possiamo non constatare che idee, ancora oggi promosse come avanzate ed originali, avevano trovato già applicazione 100 anni orsono.
Reliance fu uno yacht estremo come estrema fu la sua storia: progettato e costruito in soli cinque mesi, navigò tra allenamenti e presenza nelle regate di Coppa per sei mesi, venne demolito dopo soli due.
Quando Sir Thomas Lipton presentò al New York Yacht Club la sua terza sfida per la Coppa America, in seno al Club si costitui un solo sindacato di dieci membri tra cui i più influenti erano Cornelius Vanderbilt, William Rockfeller, C. Oliver Iselin, Elbert H. Gary.
A Herreshoff vennero posti solo due limiti: vincere la Coppa e lo yacht non poteva avere una lunghezza al galleggiamento supe¬riore a 90 piedi; la disponibilità finanziaria era illimitata!
Egli basò il suo progetto sullo sfruttamento al limite della logica dei valori imposti dalla formula di stazza, nota come Seawanhaka, secondo la quale si regatava in Coppa America.
Aveva già idee molto chiare e, come da sua abitudine, intagliò nel tradizionale blocco di legno il modello di Reliance senza nessuna correzione, di un solo tratto.
La formula misurava la lunghezza al galleggiamento? Egli agì sulla lunghezza fuori tutto. La superficie velica era limitatamente penalizzata? Mai nessun cutter ebbe una superficie velica di tale importanza. Il dislocamento non era considerato nella formula? Egli utilizzò ogni possibile strattagemma per ridurre al massimo il peso ove non fosse a vantaggio della velocità.
Reliance fu una incredibile macchina da corsa. La costruzione fu realizzata con una struttura con ordinate a "T" in acciaio e tiranti trasversali in tubolare, scafo in bronzo al silicio, zavorra da 100 tonnellate in piombo, coperta in alluminio rivestita di sughero, albero in acciaio. Se la lunghezza al galleggiamento era limitata ai 90 piedi (m. 27,44), i lunghissimi slanci (quello anteriore era di m. 6,70 e quello posteriore di m. 7,92) e la forma molto piatta dello scafo permettevano nelle andature di bolina, non appena il vento superava i sette nodi e lo scafo si inclinava sull' acqua, di poter contare su una lunghezza al galleggiamento reale di quasi 40 metri!
Ancora, non venne mai più realizzata una velatura di 1.500 metri quadri su un solo albero anche se questo comportava che lo yacht si trovava in difficoltà a bolinare con più di 12 nodi! Il boma era lungo 35 metri, il picco 21 metri ed il punto più alto dell' alberatura era a 58 metri sopra la coperta.
Molte altre erano le novità: non appena il vento rinfrescava un complesso meccanismo telescopico permetteva di far rientrare l'alberetto di legno fino alla base dell' albero in acciaio cavo in modo da ridurre tonnellate di peso in testa d'albero portandone l'altezza a soli 33 metri; il timone era vuoto e poteva essere riempito o svuotato d'acqua in modo da controllare ed ottimizzare il peso nelle diverse andature; per la prima volta erano stati realizzati dei verricelli a due velocità per le scotte (erano stati studiati in modo così avanzato che vennero utilizzati ancora per altri trenta anni dai successivi defender americani); verricelli, scotte e volanti erano manovrate da sotto coperta in modo da avere il ponte sgombro ed abbassare il centro di gravità.
Sull'altro fronte, anche Lipton non aveva risparmiato spese ma invece di insistere sull' esperienza maturata da Watson, che gli aveva consentito risultati così incoraggianti con Shamrock II, per il nuovo sfidante, Shamrock m, preferì rivolgersi a William Fife.
Anche questo fu un disegno estremo pur se, come tutti i progetti di Fife, estremamente elegante. Mancava, però, di quella "grinta" che è fondamentale in una competizione "cattiva" come la Coppa America. Lo scafo fu costruito in acciaio al nickel, il bulbo in piombo era esterno allo scafo, per la prima volta per una barca inglese il timone era a ruota e non più a barra per consentire un miglior controllo sotto sforzo.
Tuttavia, senza esaminare le differenze nelle linee d'acqua o negli altri parametri che sono parte fondamentale nel progetto di una imbarcazione, anche un primo paragone permette di constatare che, a parità di lunghezza al galleggiamento, Reliance aveva una lunghezza fuori tutto maggiore di tre metri, un dislocamento inferiore di 27 tonnellate ed una superficie velica superiore di 200 metri quadri. Più potenza nelle vele con minor peso da trasportare!
Non vi fu storia per la dodicesima sfida di Coppa America: lo sfidante Shamrock III venne battuto per tre vittorie a zero in regate caratterizzate da venti leggeri e nebbia. Tale fu il distacco inflitto nella terza prova che Shamrock non la portò neppure a termine. La sfida era stata anche tra due uomini: Charlie Barr al comando di Reliance e Edward Sycamore, che era stato per diversi anni il comandante di Bona con il Duca degli Abruzzi, sullo yacht di Upton.
Tre mesi dopo la vittoria Reliance venne demolito e Herreshoff si mise a studiare una nuova formula di stazza che permettesse la realizzaione di imbarcazioni meno estreme: nacque la Universal Rule.
Progetto: William Fife III
Cantiere: W. Fife & Son, Fairlie
Anno varo: 17 Marzo 1903
Armamento: Cutter aurico
Lung. Fuori tutto: m. 40,98
Lung. Armamento: m. 50,28
Lung. Galleggiamento: m. 27,38
Larghezza: m. 7,59
Pescaggio: m. 6,06
Dislocamento: t. 167
Superfice velica: Mq. 1.318